presenta
Scritto e diretto da Mimmo Sorrentino
Con Massimiliano Pilolli, Luisa Monte, Giuseppe Gazzitano, Andrea Natile, Vincenzo De Stefano, Cesare Aprile, Maikol Bucci, Philip Taormina, Francesca Di Lisio, Jacopo Giugno
Dieci agenti di polizia penitenziaria portano in scena la loro Iliade. Il campo di battaglia però non è la pianura davanti alle porte di Troia, ma il carcere. E non c’è un fato onnisciente o divinità di parte a sovrastare e dirigere il conflitto. Qui achei e troiani si trovano a vivere mischiati nello stesso luogo. Il cavallo di Ulisse bussa alle porte ogni minuto. E’ una guerra nascosta, ignota, ma che dall’inizio dell’anno al momento in cui scrivo ha prodotto 50 suicidi tra i detenuti e cinque tra gli agenti. Molti di più quelli tentati e sventati di cui non vi è una statistica. Come non vi è una statistica delle aggressioni. Del resto si sa in una guerra i numeri vengono trattati con riserbo. Due milioni però è la spesa per psicofarmaci. Cinque volte in più di quella nazionale.
I dieci agenti di polizia penitenziaria impegnati nello spettacolo, progetto unico in Italia, raccontano l’umanità necessaria perché il conflitto non si trasformi in carneficina e resti nell’alfabeto dell’epica, inventata per rendere umano ciò che si fa fatica a chiamare tale. Raccontano la solitudine di chi si trova a lavorare in una Babele di incomprensioni, non solo linguistiche, ma legislative, organizzative. La solitudine della carenza. Raccontano ciò che non vediamo, ciò che non sappiamo, ma che ci riguarda. A ognuno personalmente. E in questo ri-guardarci ci ri-scopriamo, grazie a loro, agenti del vivere, participi plurali dell’agire e del guidare, come indica il verbo da cui il titolo proviene, dal latino agere.