Il 4 Giugno 2024, si è svolta la seconda Passeggiata Urbanistica che ha avuto come tema la frazione storica della Sforzesca e il sistema ambientale e agricolo in cui è inserita.
La frazione, posta lungo la strada storica per Pavia, dista circa tre chilometri dal centro di Vigevano e rappresenta un luogo fondamentale per comprendere la portata ed il significato della riforma rinascimentale della città.
All’altezza della Sforzesca, infatti, confluiscono i canali di irrigazione che costituiscono il cuore della rivoluzione agricola di Ludovico il Moro; un luogo che era diventato centrale per la città e che è stato sottolineato dalla costruzione di un grandioso edificio che esemplifica la nuova idea di città di Ludovico. Si tratta del così detto “Colombarone” eretto nel 1486 da Ludovico il Moro a cui si sono aggiunti gli edifici adibiti a residenza dei salariati prospicienti la via dei Fiori, databili alla fine del XV secolo e, infine, il complesso ottocentesco della villa patronale con il suo parco e la chiesa di Sant’Antonio.
La prima tappa della passeggiata è stata il “Colombarone”, eretto a partire dal 1486 da Ludovico il Moro e di proprietà comunale dal 2010.
L’edificio ha una tipologia a castello, con quattro torri utilizzate quali spazi residenziali del palazzo, ed il cortile centrale che probabilmente era destinato a giardino. L’edificio viene considerato il primo esempio di villa rinascimentale intesa sia come luogo di svago che come luogo di produzione agricola.
Il complesso richiama la disposizione tipica dei castelli, con quattro corpi di fabbrica intorno ad un cortile centrale quasi quadrato e quattro palazzotti agli angoli, chiamati colombaroni. Tutto intorno una distesa di campagne coltivate, canali d’irrigazione e mulini ad acqua progettati da Leonardo da Vinci, ospite della tenuta alla fine del 1400.
Giunti all’interno del cortile, da cui si può ammirare la magnificenza e l’imponenza dell’edificio, il dibattito ha affrontato molti temi che sono stati innescati da una breve storia della sua costruzione e delle sue funzioni iniziali per poi concentrarsi sulle grandi potenzialità e sugli usi possibili provando a immaginare il suo futuro oggi incerto: pensare ad un progetto unitario che riqualifichi tutto il complesso, appare molto difficile.
Molti degli interventi hanno sottolineato l’importanza di individuare destinazioni che abbiano una stretta attinenza con le specificità ed i valori del sistema ambientale che rappresentano un elemento imprescindibile della sua valorizzazione. È stato inoltre sottolineato da molti che il rilancio del Colombarone dovrà avvenire con una contestuale sistemazione della viabilità.
Non sono mancati, infine, commenti e considerazioni sulla casa Rotonda che fronteggia una delle entrate del complesso rinascimentale. La casa Rotonda è un edificio affascinante e misterioso, che ha attirato l’attenzione dei partecipanti. La storia non è certa e alcuni aneddoti sono stati raccontati durante la passeggiata: alcuni racconti sostengono che nel 1400, durante i suoi studi sull’ingegneria idraulica alla vicina Sforzesca, Leonardo da Vinci abbia dimorato proprio in questa struttura. Altri narrano che fosse utilizzata come deposito o ghiacciaia, mentre alcuni la identificano come un’antica voliera per uccelli. Oggi si presenta come una splendida struttura privata con un incantevole giardino adornato da alberi secolari.
Uscendo dal Colombarone si è attraversata la frazione passando da via dei Fiori di cui è stato colto il fascino di un complesso che, ad oggi, conserva ancora intatte le sue caratteristiche (edifici adibiti a residenza dei salariati databili alla fine del XV secolo). Oggi le abitazioni sono tutte abbandonate e delle piante rampicanti (da cui deriva il nome della via) che decoravano le abitazioni non vi è più nulla.
Lungo la via ci si è soffermati molto, interrogandosi sui motivi per cui non sia stato sviluppato un progetto di valorizzazione residenziale, commerciale o turistica della via, conservandone naturalmente l’importante valore storico testimoniale che rappresenta.
Anche in questo caso, così come emerso nella prima Passeggiata Urbanistica, è stata considerata come strategica la proposta di una raccolta fondi per l’acquisizione e il recupero da parte di soggetti privati.
La passeggiata prosegue fino ad arrivare all’incrocio semaforico con la Strada Provinciale e, qui, è subito chiara la percezione di non trovarsi più nel borgo storico (anche se dall’altra parte della Provinciale ci si ritrova di nuovo nella storia), ma di essere di nuovo nel traffico e nel rumore che, purtroppo, caratterizza molte città.
Prima di dirigersi all’ultima tappa si è attraversata via Orefici che rappresenta, o forse rappresentava, il cuore della Sforzesca.
Una volta, infatti, era qui che erano localizzati i negozi: c’erano una merceria e due negozi di alimentari, ma oggi nella frazione non vi sono più attività. La strada, a differenza di via dei Fiori, è abitata, ben tenuta e mantiene il fascino del borgo.
L’ultima tappa della passeggiata è stata la visita del giardino della villa del Conte Castelbarco Albani Gropallo.
La Villa edificata nell’Ottocento a poche decine di metri dal Colombarone costituisce una seconda residenza monumentale che esemplifica i nuovi canoni formali della villa di campagna.
Il cuore della villa è il parco, che in quasi due secoli ha assunto un carattere monumentale, ed il cuore del parco è rappresentato dallo specchio d’acqua artificiale che oggi, come nel rinascimento, si origina dai canali irrigui costruiti durante la riforma agricola rinascimentale.
Anche la seconda passeggiata ha avuto tra gli obiettivi la sensibilizzazione al tema della disabilità ed ha avuto tra i partecipanti 5 ospiti della struttura del Centro Orientamento Disabili Il Fileremo di Vigevano.