L’episodio, storicamente documentato, della permanenza di Leonardo da Vinci nel vigevanese rappresenta per Vigevano e la Lomellina l’opportunità di richiamare l’attenzione su di una rilevante eredità culturale, le cui origini sono rinvenibili nella stagione sforzesca delle grandi trasformazioni architettoniche ed economiche inaugurata da Ludovico il Moro, di cui permangono grandi testimonianze come il Castello e la Piazza Ducale, la Sforzesca, la rete dei navigli, dei mulini e delle cascine.
Come ingegnere ducale, Leonardo affrontò il problema della regolamentazione delle acque nelle campagne verso il Ticino, proprio nel periodo in cui era impegnato a Milano nella realizzazione del Cenacolo.
All’interno del manoscritto H, al foglio 65 v., compare un’osservazione che permette di datare con certezza uno dei suoi passaggi: “Adì 2 di febraio 1494 alla Sforzesca ritrassi scalini 25 di 2/3 di braccio l’uno largo braccia 8”.
La scala d’acqua ivi, tuttora esistente nei prati della Villa Sforzesca di Vigevano, è testimonianza incontestabile del suo interesse verso le introduzioni idrauliche ed irrigue che, durante la signoria del Moro, hanno caratterizzato questa terra in grande evoluzione e fermento creativo.
La presenza di Leonardo, figura per antonomasia evocatrice del connubio tra tecnologia ed arte, rappresenta per noi un elemento ideale di raccordo tra un passato autorevole e un presente in pieno cambiamento che sceglie di fare della cultura e delle nuove tecnologie il proprio futuro.
A Vigevano si possono trovare diverse testimonianze dell’eredità culturale di Ludovico Sforza e Leonardo da Vinci: